venerdì 16 aprile 2010

Cozzolino: “La nostra crisi è nelle periferie non abbiamo creato sviluppo”

Regione Campania - Onorevole Cozzolino, qual è l’errore storico che il Pd non deve ripetere in Campania? «Non siamo riusciti a mettere in moto un meccanismo di crescita e sviluppo. Abbiamo sbagliato perché pensavamo di poter contare solo sulle nostre forze». L’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino guarda da Bruxelles una Campania ora orientata a destra, dopo essere stato cinque anni assessore regionale. Il sogno del Pd è finito? «Bisogna guardare con rigore la sconfitta senza nascondere a noi stessi i problemi. C’è un insuccesso a livello regionale e in alcuni Comuni che per noi hanno rappresentato un esempio positivo di governo locale, come Pomigliano e Castellammare. Pesano fattori nazionali, ma pesa anche un partito che si è allontanato dai territori». Per chiudersi nei salotti? «Il paradosso è che il Pd doveva unire culture politiche e costruire un nuovo radicamento sociale e invece ci si è allontanati dalle realtà locali. Andiamo bene nelle città, ma la destra sfonda in periferia, dove la nostra azione di governo e il nostro insediamento di partito sono più difficili». Quali prospettive di ripresa avete? »La nostra attenzione deve tornare nelle periferie, dove il centrodestra conquista consensi senza ostacoli. Poi ci sono anche altri problemi». Quali? «In campagna elettorale è tornata in campo la criminalità organizzata». Siete rassegnati a perdere anche Napoli? «A Napoli alle regionali siamo stati superati per la prima volta dal centrodestra. Non accadeva dal 1993. Ora occorrono coraggio e determinazione da parte di sindaco e giunta, ma abbiamo anche il tempo necessario per strutturare un partito aperto. Non siamo affatto rassegnati, la battaglia per Napoli si può vincere». Promettete ogni volta un partito aperto, poi nei congressi siete sempre gli stessi. «Ora ci vuole un congresso vero, sulle idee e non sugli schieramenti. Poi apriamo il cantiere per una nuova Napoli, dialogando con la città, stando vicino alla quotidianità delle persone e offrendo una prospettiva». Il candidato sindaco sarà scelto con le primarie? «Questo è il meccanismo. Occorrerà scegliere un candidato che sappia parlare ai cittadini». Come Vincenzo De Luca? «No. Così abbiamo perso. Serve una personalità che interpreti la città e i suoi bisogni e serve una grande mobilitazione democratica intorno un progetto convincente senza promesse populiste. Lo slogan “cambiare tutto” porta solo a un ennesimo successo della destra». (di o.l. da la Repubblica Napoli)

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