martedì 13 aprile 2010

Colasurdo: qui la classe operaia non c’è più

Sono decenni che Marcello Colasurdo interpreta e dà voce all’anima folk di Pomigliano e del Vesuviano. Ex dipendente Alenia, in prima fila nelle manifestazioni operaie della «Stalingrado campana», oggi l’ex voce di «’E Zezi» si dice deluso dal risultato elettorale della sua città. Perché? «Un po’ temevamo la vittoria di Russo, in quanto partiva con un sensibile vantaggio al turno di ballottaggio. Ma non credo che il centrosinistra di Pomigliano meritasse questa sconfitta». Eppure, si sono sentiti cori di derisione nei confronti dell’amministrazione uscente. Si chiude un ciclo? «Il centrosinistra ha fatto tanto, benché ora si dica il contrario: il recupero dell’ex carcere, la villa comunale, il centro polisportivo sono opere che portano la firma dell’amministrazione di centrosinistra». Allora, a cosa è dovuta la sconfitta? «È un contagio che si sta propagando in tutta Italia. A Pomigliano le fabbriche stanno chiudendo, la classe operaia si è come volatilizzata. Ma non è che sono diventati tutti imprenditori. È solo cresciuto il tasso di disoccupazione. Tuttavia, si preferisce Berlusconi. Si vota Berlusconi come capo del governo nazionale. Si vota Berlusconi come capo della Regione. E si vota Berlusconi anche a Pomigliano. Si dà credito alle sue promesse». Le promesse non appartengono alla sinistra? «Altro che promesse, qui c’è bisogno di risposte concrete. Di lavoro. Di occupazione. Se non si recupera l’attività della Fiat, a Pomigliano possimo anche chiudere per fallimento». Con un’amministrazione di centrodestra, in sintonia con il governo regionale e quello nazionale, sarà più facile trovare soluzioni alla crisi della Fiat? «La Fiat rappresenta tutto qui a Pomigliano. Così come l’Alenia. Io credo che la possibilità di recuperare l’attività c’è: basta riconvertire la produzione in auto ecologiche o macchine agricole. Ma non credo che la vicenda possa subìre condizionamenti in base alla sintonia politica esistente con le varie istituzioni». Cosa pensa del nuovo sindaco Russo? «Lo stimavo più quando era socialista. Ma ora che rappresenta Berlusconi, non mi convince. Per carità, nulla di personale. Il mio è un giudizio politico. Spero che comunque faccia qualcosa per il lavoro. La mia Pomigliano ha bisogno di risposte». (di Angelo Agrippa da il Corriere del Mezzogiorno)

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