lunedì 12 aprile 2010

Abusivismo, i comitati si appellano a Caldoro e alla Carfagna

«In campagna elettorale hanno promesso lo stop alle ruspe»

Sant’Antonio Abate - Sui Lattari tornano le ruspe e i comitati anti–abbattimenti chiedono d’incontrare il ministro Mara Carfagna e il governatore Stefano Caldoro. L’obiettivo? Chiedere lo stop alle demolizioni prima di giovedì, ovvero prima che le ruspe eseguano le cinque ordinanze già programmate dalla Procura generale di Napoli. Tra queste, ci sono anche alcune prime abitazioni e una sopraelevazione appartenente alla ditta privata Ipol spa e ceduta in fitto ai proprietari del Grand Hotel La Sonrisa. «I politici sono i principali responsabili di questo dramma – affermano in un comunicato congiunto Domenico Elefante e Giuseppe Comentale, responsabili delle associazioni Amici del Territorio e Arcobaleno –. Per questo motivo chiederemo a loro, e in particolare alla Carfagna e a Caldoro, che in campagna elettorale ci hanno dato ampie garanzìe sullo stop agli abbattimenti, una soluzione. Il nostro auspicio è che, così come già avvenuto in altre occasioni, anche su questa vicenda si possa giungere quanto prima a un decreto in modo da fermare subito le demolizioni». Intanto si è svolto ieri mattina un incontro informale tra alcuni parlamentari del comprensorio che, secondo indiscrezioni, starebbero facendo pressioni con il governo al fine di trovare una soluzione che, stando alle voci interne ai comitati, potrebbe arrivare già nella prossima settimana. A tal proposito è all’esame del governo il disegno di legge presentato dal senatore del Pdl Carlo Sarro che punta a riaprire i termini del terzo condono. «Non può essere concepita da parte dei cittadini la ripresa delle demolizioni da parte di istituzioni dello Stato – continuano Elefante e Comentale - pur sapendo che è intenzione del governo l’adozione imminente di una legge al riguardo. Sarebbe solo l’ennesima beffa a danno di tante famiglie composte da inermi e onesti lavoratori che, con sacrifici, limitazioni e privazioni, hanno costruito una casa per sé o per i propri figli. A questo punto – concludono - le ulteriori attività di demolizione programmate per la prossima settimana dalla Procura Generale, sembrano più una sorta di accanimento nei confronti della povera gente, anziché una forma di ripristino di giustizia e legalità». (Francesco Fusco il Mattino)

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